Generalità sulle protesi dell’anca

Cenni di anatomia dell’anca

I movimenti dell’anca si realizzano a livello di una sola articolazione, la coxo – femorale.
E’ questa una enartrosi a solido incastro che unisce il femore all’osso dell’anca.
L’osso dell’anca vi concorre con una cavità acetabolare quasi emisferica, l’acetabolo e il femore con la testa femorale che rappresenta i 2/3 di una sfera piene di 4 o 5 cm di diametro.
Le superfici articolari non sono perfettamente corrispondenti e un cercine cartilagineo fibroso, il labro dell’acetabolo, provvede ad ampliare la superficie della cavità e a renderla atta a contenere la testa del femore.
I mezzi di unione e stabilizzazione sono dati dalla capsula articolare cui si appongono 4 legamenti di rinforzo extracapsulari (ileo – femorale , ischio – femorale, pubo femorale, zona orbicolare) e un legamento a distanza intracapsulare (il legamento rotondo o testa del femore).

Cos’è una protesi totale d’anca

Consiste nella sostituzione delle parti articolari (testa del femore e acetabolo) che presentano grave degenerazione della cartilagine, con componenti in metallo o ceramica o polietilene (materiale plastico).
Una protesi d’anca è un’articolazione composta da uno stelo femorale con una testa (sfera) e una coppa acetabolare (cotile ed eventuale inserto in ceramica o polietilene).
Un cotile è formato da uno o due pezzi, a seconda che sia cementato (comunemente un unico componente in polietilene) o non cementato (cotile in metallo ed inserto).
I materiali usati nelle protesi d’anca sono altamente biocompatibili.

Perché fare una protesi totale d’anca?

– Riduzione del dolore;
– Recupero dell’articolarità; 
– Miglioramento della qualità di vita.

Indicazione all’impianto di protesi d’anca

– Coxartrosi;
– Fratture mediali collo femore (sottocapitate, mesocervicali);
– Displasia congenita dell’anca;
– Necrosi asettica della testa del femore;
– Artrite reumatoide.

Coxartrosi

Sul piano clinico si manifesta sotto forma di un dolore che inizialmente insorge solo durante l’applicazione di un carico sull’articolazione, poi si manifesta via via sempre più frequentemente, finché si avverte anche durante il riposo.
L’aumento dell’intensità del dolore è un processo lento, che può continuare per anni, e che può anche portare alla rigidità articolare, all’accorciamento dell’arto, alla perdita del tono – trofismo muscolare, e alla zoppia.